domenica 23 aprile 2017

Serbatoi dell'acqua, palme, aziende agricole e Piazza Eleonora.

Tempo fa mi ero riproposto di disegnare gli scenari Oristanesi, cioè i luoghi della città di Oristano che più attiravano il mio sguardo. E così ho fatto. Volevo in qualche modo registrare ciò che vedevo e vivevo a modo mio, con gli strumenti che conosco e che so utilizzare meglio.




Serbatoio dell'acqua di Sa Rodia.




Come amante dell'arte, del disegno e del "vedere" disegnerei qualunque cosa, o quasi, pur di assaporare la bellezza di quella cosa, la bellezza di un momento, la sua purezza. Perchè forse per un disegnatore la bellezza è anche e sopratutto questo: raccogliersi in quell'attimo, in quel momento di concentrazione o di liberazione in cui finalmente il vedere è anche un sentire, un sentire nuovo e disvelatorio. Perchè il nostro sguardo è naturalmente corrotto. Corrotto da noi stessi, da quelle anime transitorie che siamo. Non è una accusa, un giudizio o una critica delle "Futilità umane", non è un pensiero banale, è una verità nascosta dai nostri fragili equilibri. 




Azienda agricola di fronte allo stagno di S'Ena Arrubia.




Potrei disegnare il muso di un gatto, potrei disegnare una bistecca, potrei disegnare il ritratto di un personaggio famoso, una caffettiera, dei fiori illuminati dalla penombra e sentirne i colori, la luce, vedere e percepirne la bellezza. Peccato che questo non accada. Non sempre un soggetto per quanto bello o interessante riesce a catturarmi, forse sono io che non mi lascio catturare, nell'ansia di trovare una libertà seguo invece le mie catene e chiudo gli occhi sulle cose. Altre volte vedo il fascino nei miei disegni ma non lo vedo in ciò che ho disegnato.  




Idrovora dello stagno di S'Ena Arrubia.




Ad ogni modo, a parte il discorso sulla magia del "Vedere", così transitoria, labile e inafferrabile, raccontare la "mia" città e i suoi dintorni è stato comunque una bellissima esperienza che si sta avviando alla conclusione. Difatti i soggetti che più mi interessavano li ho disegnati tutti, 
quelli che davvero mi affascinano ci sono anche tornato diverse volte, dipinti ad acquerello e disegnati con le penne o visti da angolazioni differenti.
E' il caso dei serbatoi dell'acqua, di cui ho pubblicato diversi esemplari in questo post.




Torri dell'acqua in Via Vandalino Casu.




Villa Eleonora, ex casa di Vandalino Casu.




Come ho già accennato sto pensando di spostare il mio lavoro sull'area metropolitana di 
Cagliari. Be, lì c'è davvero tutto ciò che desidero: Palazzi moderni, strutture industriali, cavalcavia, strutture portuali, un bel centro storico, i castelli, i colli cittadini da cui osservare la città. Non potrei desiderare di meglio. Tra l'altro non sono nemmeno soggetti semplici... i palazzi sono belli grossi, vie cittadine lunghissime... panorami estesi... forse sto prendendo sottogamba la difficoltà e l'impegno che richiederanno certi soggetti. Riuscirò a trasferire su foglio le dimensioni cagliaritane? 
Oristano è piccola, Cagliari ha altre misure, altre grandezze. 
Ad ogni modo ci proverò e vedremo come si svilupperà la cosa. 
Sarà un lavoro lungo... 




Piazza Roma vista da Via Tharros.




Piazza Eleonora.





Una Via del quartiere San Nicola.




Via Giovanni Spano.

sabato 22 aprile 2017

Un articolo di giornale dedicato al mio lavoro.

Mi fa molto piacere che il il quotidiano La Nuova Sardegna si sia interessato ai miei disegni e acquerelli grazie a Roberta Fois, che riassume efficacemente lo spirito del lavoro che faccio in questo breve articolo:
"Oristano, quegli acquerelli che raccontano la  città".