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Marina di Torregrande, la torre. |
In questi ultimi giorni mi sono dato da fare su vedute di aree urbane che, a mio avviso, rappresentano e sono espressione di una memoria e di una cultura comune. L'idea di fondo era quella di creare delle piccole opere opere che raccontassero i luoghi urbani più conosciuti e frequentati, sia da chi vive quotidianamente la propria città, sia da chi si trova a visitarla.
Come avrete avuto modo di notare, scelgo spesso i miei soggetti urbani a prescindere dalla loro importanza storica e dalla notorietà che hanno: prediligo la periferia al centro, i palazzi moderni e imponenti alle più contenute strutture storiche del centro città. Del soggetto mi interessano le dinamiche cromatiche, il movimento dei volumi, il gioco delle ombre e più in generale il fascino misterioso delle forme. Mi piace poi osservare la grandiosità delle strutture, navi, industrie o capannoni che siano. Se le mie opere raccontano qualcosa, mi piace che raccontino il groviglio della modernità e i suoi strani e colorati assemblamenti, l'imponenza dell'industria o la sua decadenza e l'inquietudine che tutto ciò emana. Nel caso della natura, mi piace soffermarmi sulla vastità dello spazio e sull'aspetto più selvaggio, impressionante e suggestivo, sulla sua inafferrabile verità. Ma, grazie anche all'esperienza maturata con le illustrazioni che ho realizzato - e a cui sto lavorando - per il libro che racconta il Cammino minerario di Santa Barbara ( e che sarà pubblicato da Carlo Delfino Editore il prossimo autunno), ho imparato sempre più a illustrare un luogo nonostante le condizioni estetico compositive mi apparissero, a prima vista, poco suggestive o tremendamente ostiche e difficoltose.
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Piazzetta tre palme. |
Ho imparato insomma a filtrare il soggetto e cercare di ricavare l'essenza da esso. Per fare ciò bisogna lavorare su due piani: uno tecnico/pittorico e l'altro estetico/spirituale.
Sul piano tecnico, compositivo e cromatico, si tratta di lavorare sulla sintesi e sulla compostezza degli elementi, sull'armonia e sull'ordine. Si osserva il comportamento dell'occhio di fronte alla propria composizione per darle forma, misura e vibrazione a mano a mano che essa prende vita sul foglio. Sul piano estetico/spirituale invece il lavoro è più labile e sfuggente, ma altrettanto importante: nella scelta del soggetto per esempio occorre concentrarsi sull'istinto e sulla prima, transitoria impressione. Cerco di andare oltre l'apparente banalità lavorando su suggestioni di bassa intensità cercando di carpirne la provenienza, anche a livello visivo, valutando quali possono essere le fonti formali e cromatiche che emanano quella particolare attrazione senza le quali il soggetto non sarebbe lo stesso. Spesso le condizioni di luce giocano un ruolo fondamentale nel fascino emanato dal soggetto. Un monumento, una piazza, le superfici dei muri assumono una particolare vita a seconda di come il sole le illumina. In quel momento l'universo è capace di aprire una finestra sul suo potere ed è bello cercare di percepirlo.
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Oristano, Piazza Roma. Palazzo So.Ti.Co. l'albero "Capitozzato" e, naturalmente, la Torre di Mariano II |
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Una veduta che sarebbe più corretto dire "In" Piazza Roma: qui ho voluto prediligere la grandezza e la particolarità delle piante, la piazza rimane quasi sullo sfondo. |
E' proprio sulla scorta dell'esperienza maturata con questo duplice lavoro che ho concepito queste piccole vedute e scorci di alcune aree urbane di Oristano e zone limitrofe. Come ho già detto intendevo illustrare "luoghi comuni": dando cioè un accezione positiva, intendo definire provocatoriamente con questo termine quei posti della città che tutti conosciamo bene e che fanno parte della nostra memoria collettiva e storica. Mi sono ritrovato a mio agio nel raccontare e illustrare queste piazze concependole come parte del potere emanato da quello stesso universo che dà forma a un albero secolare come a un mercantile all'ormeggio o ad una miniera abbandonata tra le montagne selvagge.
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Piazza Eleonora. |
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Milis. Un piccolo notturno. |
Sono lavori che ho affrontato con leggerezza e cura, concepiti come delle istantanee, come polaroid o cartoline di viaggio, sono realizzati su cartoncino colorato in piccolo formato: la loro misura è di cm. 20 x 14 e gli strumenti utilizzati sono per lo più acquerello, penne e pennarello.
Grazie dell'attenzione.