Le zone industriali mi hanno sempre affascinato, l'area industriale del porto di Oristano non è molto vasta ma è comunque suggestiva.
Questi due capannoni sono enormi, ciascuno è grande quasi quanto un campo di calcio.
Non so a cosa servano, tra l'altro sono inutilizzati, dentro sono completamente vuoti.
Sembrano due giganti addormentati al tramonto. due giganti tranquilli.
Lo stabilimento della "Sarda Perlite". Questa struttura non si trova al porto, ma tra la foce del Tirso e la borgata marina di Torregrande. Si erge a ridosso della spiaggia, quasi in riva al mare, in un paesaggio che io definirei Pasoliniano. Ho deciso di disegnarla in poco tempo; circa 45 minuti, o mezz'ora, non ricordo.
Due acquerelli che ritraggono le strutture adiacenti il canalone del porto di Oristano.
Ho deciso di non disegnare il cielo e il mare per dare risalto alle forme e alle geometrie, un soggetto fatto di cubi e parallelepipedi.
Di fronte a questo canale che collega lo stagno di Santa giusta al golfo di Oristano c'era una distesa di cespugli e canneti, un soggetto con cui devo ancora fare i conti, che non sò bene come rendere. Eppure qua è pieno di canneti, paludi, erbe, cespugli di vario tipo molto belli, un paesaggio che mi piacerebbe trasmettere su carta, ma è molto difficile. La zona tra il porto e Arborea è tutta così, è molto bella, sopratutto in questo periodo. In questo lavoro mi sono aiutato coi carboncini.
Dipingere con l'acquerello è molto bello, ma devo ancora impostare la giusta marcia, sento che con l'acquerello si può crescere, sia tecnicamente che umanamente. L'acquerello è un maestro, va rispettato, va ascoltato, lasciato libero; se lo lasci libero ti insegna. A volte mi infastidisce, con quei suoi colori che quando si asciugano perdono la saturazione che hanno mentre sono ancora bagnati sul foglio. Mi infastidisce quando i colori si asciugano subito, non prendono la forma che vorrei dargli,
e allora vorrei controllarli; a volte funziona, a volte è utile e necessario, altre volte non serve assolutamente a nulla, anzi, è peggio. Altre volte si raggiunge un equilibrio tra il "controllo" e il lasciar essere dell'acqua. Probabilmente l'acquerello insegna proprio questo, la libertà dell'acqua sul foglio è una metafora della libertà umana. Come si può costringere l'acqua in una forma? Si può, ma è, appunto, una costrizione.
Certamente ho più esperienza nel bianco e nero, ma l'acquerello e il colore sono una porta che sto aprendo a poco a poco.
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