Questo dipinto l'ho realizzato lo scorso anno in occasione della mostra organizzata a Villanova Truschedu. C'è poco da dire, è venuto piuttosto bene. E le aziende agricole sono un mondo interessante da esplorare perchè sono un miscuglio tra natura, meccanica, ordine e caos. Galline, maiali, cavalli, cani, gatti pecore, capre, vacche, odori rumori e tutto ciò che si muove in questo mondo lì lo puoi trovare. Quindi per un certo periodo ero interessato a trovare soggetti di questo tipo ma il problema è che devi avere il permesso di entrare, e siccome io quando cerco un soggetto mi prendo parecchio tempo e rimango due ore a gironzolare osservandomi attorno, curiosando, facendo foto, e magari a volte non trovo neppure il soggetto e dunque non dipingo, allora sono in imbarazzo prima di decidermi a chiedere di poter entrare in una fattoria perchè penso che mi guardano stortissimo. Ad ogni modo quella volta tra Villanova e Ollastra, nelle due aziende che mi hanno ospitato sono stati molto gentili e non mi hanno guardato storto. Rimane sempre un po' di timidezza lo stesso.
Poichè la pittura ad acquerello comporta una serie di sorprese ed effetti (quasi) incontrollabili, e poichè volevo in qualche modo padroneggiare la concretezza del colore per rendere la sensazione di spazialità e vastità trasmesse dal cielo, già da tempo avevo intenzione di provare ad utilizzare i colori ad olio. Cosa che sto facendo. La pittura ad olio è molto diversa da quella ad acquerello. Per iniziare ho comunque fatto alcune prove dal vero cercando di terminare il lavoro entro due-tre ore. Adesso sto provando a fare una prima mano, attendere una settimana che il colore si asciughi e continuare con una seconda mano cominciando a dare carattere al lavoro, per poi eventualmente riprendere con passaggi o ritocchi successivi. Sono ancora in work in progress, quindi questa metodologia è ancora tutta da esplorare e rivedere, ma più o meno, adesso lavoro in questa maniera.
Grazie all'olio inoltre si può cominciare a percepire come anche la tela e la pasta cromatica abbiano da parlare. Questa per me è una grande scoperta. Bisogna anzi trovare il modo che la tela e la pasta parlino insieme a te, e certe volte dicono più loro di te. Non posso però dire che sia solo la tela a parlare: perchè se è vero che senza lei non esisterebbe il miracolo della pittura, sono io che decido che pennello usare, che tela usare, e per quanto tempo devo lavorare, ecco perchè mi piace dire che io comunico alla tela e lei comunica con me per dire qualcosa a tutti, per scoprire qualcosa. Questo è un percorso lungo e non bisogna avere fretta. E' bello scoprire cosa la tela voglia dirmi in due ore, ma è altrettanto bello, con calma e pazienza vedere se la tela mi può parlare anche nei giorni successivi, scoprire se posso dirle qualcosa, e a volte questo sembra davvero difficile, a volte sembra terminato, altre volte si scopre che il fascino di un lavoro deve ancora essere scoperto. I cieli in particolare sono estremamente difficili perchè hanno minime varianti cromatiche e la loro grandiosità, la vastità che comunicano è difficile da riportare.
Sono combattuto tra lavori di lunga durata e lavori brevi, ma credo che in fondo i due approcci si compenetrino. Sicuramente per i lavori di lunga durata, ai quali mi ero disabituato, essendo che lavorarvo prevalentemente dal vivo, ci vuole pazienza e costanza e una certa disciplina. E pocihè mi sto in qualche modo abituando o comunque approcciando al lavoro "in live", all'improvvisazione, al flusso (anche in scrittura per esempio), i lavori di lunga durata li trovo più faticosi ultimamente. Beh. Questo è quanto.
Grazie dell'attenzione.