sabato 6 marzo 2021

Una Domenica in paradiso (con gli extraterrestri). Tra centrali termoelettriche e vecchie torri.













La Scorsa settimana ho deciso di andare a fare un giro alla Pelosa, di cui si sente parlare così spesso, che è una località di mare che si trova nel nord Sardegna. Precisamente nella punta Nordovest dell'isola, di fronte all'isola dell'Asinara. Mi piaceva l'idea di andare in un posto così lontano, in una zona di "confine" e in una stagione dell'anno inusuale per le gite.  

Era da un po' di tempo che volevo recarmi in questa zona, in cui non ero mai stato, anche perchè l'altro luogo che volevo visitare che vi si trova è la miniera dell'Argentiera. In realtà la distanza tra la Pelosa e l'Argentiera, anche se apparentemente vicine, può essere percorsa in 40 minuti di macchina, che non sono affatto pochi, perciò in questa gita ho tralasciato l'Argentiera e ho passato il mio tempo esplorando la parte più rocciosa della località, facendo foto, gironzolando per le spiaggette e osservando le persone mentre passeggiavano sulla riva del mare, che molto bizzarramente indossavano la mascherina nonostante non vi fosse alcun tipo di affollamento. Vedere queste persone vestite di tutto punto e col volto coperto passeggiare in quell'ambiente paradisiaco e selvaggio era una visione abbastanza straniante, mi sembrava di essere atterrato su un pianeta sconosciuto invaso da strani visitatori extraterrestri che si aggiravano tra rocce e spiaggette prima di riprendere le loro astronavi e far ritorno ai loro mondi lontani. 

Per arrivare alla Pelosa si passa da Porto Torres e Fiume santo. Ci si trova perciò a fiancheggiarne l'agglomerato industriale. Si passa molto vicino a degli enormi silos affondati tra avvallamenti di terreno e campi di carciofi, e poco dopo appare la gigantesca centrale termoelettrica di Fiume Santo, che è veramente sorprendente, e mi ha decisamente affascinato: sembra una enorme base scientifica e ha un aspetto piuttosto moderno, molto diverso dall'aspetto "inquinante" delle classiche industrie. Ho cercato di avvicinarmi per fare delle foto cercando stradine laterali,  ma l'accesso in macchina non era consentito, e non avendo molto tempo a disposizione mi sono accontentato di fare qualche foto da lontano. 





Dopo un malsanissimo tentativo di disegnare dal vero la Torre della Pelosa da una postazione scomodissima (ero in mezzo a delle rocce piuttosto appuntite, seduto stortissimo e torcendo il busto e il collo, col vento che cominciava a rinfrescare) ho deciso di fare un ultimo giretto verso le spiagge e poi tornare a casa. Sulla via del rientro, poco dopo aver oltrepassato Stintino, ho visto una sorta di vecchia ciminiera in lontananza, ho pensato che potesse essere la tonnara che avevo notato sulla mappa, perciò ho deciso di avvicinarmi per visitarla. Cercando informazioni su internet avevo saputo che il complesso della tonnara è stato comprato da una impresa della Marcegaglia ed è stato trasformato in un resort che adesso si chiama per l'appunto "Le tonnare village Marcegaglia". Ho cercato di raggiungere il posto, che ovviamente era munito di sbarre e cartelli di avviso di proprietà privata etc. ma ero troppo attirato da una strana torre che si trovava proprio sulla battigia a qualche centinaio di metri di distanza, circondata dal mare, dalle acque stagnanti, da una spiaggia invasa di alghe e dalla tipica vegetazione delle zone salmastre. Il paesaggio e la posizione inusuale della torre, che era accompagnata da una costruzione mezzo diroccata, mi incuriosivano troppo, per cui ho deciso di lasciar perdere il tonnara village e provare a raggiungerla. Supongo che fosse una costruzione appartenente al complesso della tonnara. Il paesaggio era molto bello, dismesso e malinconico, il vento soffiava sulle onde invocando gli spiriti di lontane epoche mesozoiche, mentre gli spettri della lontana centrale di fiume santo echeggiavano il loro potere oscuro sul paeseggio desolato. Poco distante dalla vecchia torre vi era una piccola struttura di sapore balneare che non so se dovesse fungere da rimessa attrezzi, chiosco bar o bagno pubblico, con un pattìno parcheggiato di fronte e la modesta scritta "Molo 18". Dunque la massa degli invasori estivi arrivava fino a lì? Ho pensato chi potessero essere i frequentatori di quella spiaggia stracolma di alghe, nascosta dal fango delle saline, fatta di grossi chicchi pietrosi e pezzi di conchiglie frantumate, patelle, arselle e bocconi smangiucchiati, ho dato un ultimo sguardo alla lontana centrale di Fiume Santo, ho attraversato il ponticello sopra lo stagno e mi sono diretto verso la macchina, pensando che sarebbe stato bello ritornare, gironzolare di nuovo, perdermi nei pensieri, lasciarmi affascinare da paesaggi sconosciuti, fare foto e dipingere, o annoiarmi e basta.










Foto riprese con Canon eos 550d e Iphone SE.

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