mercoledì 23 giugno 2021

My favorite head: opere a carboncino.





Avrei voluto postare questi ultimi lavori con più tranquillità e serenità, ma, aimè, come accennato nell'ultimo post sono ancora sottomesso" al desiderio di questo mal di schiena/anca/inguine di tenermi  bloccato tra il letto e il tapettino degli esercizi. Anche stare seduto mi duole, oltre affaticare e irrigidire i muscoli perciò non sto affatto disegnando e dipingendo da più di un mese ormai, e quando mi siedo, devo dosare bene i tempi e fare attenzione a quanto mi sto sforzando. Uno strazio di cui in questo momento non ho tanta voglia di parlare, visto che ovviamente ne parlo spesso con tutti. 

Inizio subito dicendo che di alcuni disegni posterò solo dettagli, perchè  mi piacciono talmente tanto che mi dispiace mostrarli per intero e voglio che si possano vedere integralmente soltanto quando farò la mostra, che ritengo l'occasione migliore e più adeguata per godere di un lavoro artistico.

Sono opere a carboncino che ritraggono una testa di manichino usurata dal tempo e dagli agenti atmosferici. Di questa testa ho parlato già un paio di volte nei post precedenti. 







Prima di disegnarla a carboncino avevo tentato già un paio di volte di ritrarla, prima con i colori acrilici, poi con l'olio, e poi con l'acquerello. Ma questi tentativi mi lasciavano sempre un senso di frustrazione perchè non riuscivo assolutamente a catturare quell'alone dirty/noise, quel senso di usura e lo strano carattere dello "sguardo". 

Ovviamente come molti manichini anche questo è privo di occhi, quindi lo "sguardo" di cui parlo non è altro che quella sensazione che il manichino trasmette quando lo guardi proprio a causa di questa mancanza. 

Ma le caratteristiche che mi attraggono di questa testa sono diverse: tutte le ferite che il tempo ha suscitato in essa: graffi, tagli, bolle, sporcizia cicatrizzata sulla superficie di quella che sembra essere diventata quasi un pelle umana.

Più passa il tempo e più questa testa assume sembianze tanto umane quanto inquietanti. Ogni lavoro si sofferma su aspetti differenti, da prospettive diverse e diversa illuminazione. In alcuni mi sono maggiormente soffermato sulla superficie "dermatosa", in altri sulle lacerazioni purulente, sul profilo col naso tumefatto o sul capo completamente usurato e incendiato dal sole.







C'è una frase che ho scritto sul mio book virtuale che mi piace molto: 

"Concepisco l’opera anche come una forma di introspezione, e come uno psicologo malato che emana uno strano fascino e ti pone di fronte alle tue stesse rivelazioni, la pittura cerca di offrirvi la chiave di un accesso impossibile..."

La cito qui perchè ciò è ancor più vero per questa serie di lavori che ho realizzato come un chirurgo pazzo che cerchi di sezionare un cervello umano esaminandolo con attenzione maniacale illudendosi di trovarvi chissà quale segreto.


Disegno a matita.




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