martedì 11 ottobre 2022

Preghiera all'Amore.

 



Dio dell'amore quando mi sentirai pronunciare il tuo nome fingi che io non esista. Lasciami solo, nel potere di questa solitudine. Lasciami contemplare questa misteriosa vanità, non togliermi il desiderio di scoprirne la fine. Graffiami la pelle se vuoi, di modo che io non possa dormire. Strappami i vestiti, lascia che il vento mi frusti le pupille, lascia che la grandine scalci sulla testa, ma non ascoltare la mia voce. Schiacciami verso terra ma portami negl' incubi, portami nella paura, portami nelle cose sconosciute, fai in modo che io non possa sospettare un futuro, toglimi le speranze, rendimi affamato. Considera sciocchi i miei desideri e mischiali come un mago mischia le carte, allo stesso modo confondili. E se mi vedi piangere fai in modo che le lacrime non si secchino, lascia che giungano fino a terra arricchendola col mio dolore. Non ascoltarmi ma lasciami pregare nessun Dio, portami nel deserto, nel silenzio della notte, nella foresta più oscura. Ignora la mia voce e le mie parole, portami nelle cime dei monti tra i bordi di un precipizio e lasciami rischiare.    








domenica 25 settembre 2022

Quattro brevi racconti semi onirici.





Racconto n. 1


Io non ti ho mai amata. Disse lui, guardando oltre i capelli di lei, verso un orizzonte che non riconosceva. - O meglio, ho amato solo i tuoi occhi - Riprendeva. - Perchè erano verdi, come le fronde di un albero senza rami. Ho amato solo i tuoi capelli, perchè erano lisci e mi piaceva carezzarli. E ti ricordi quando amavo la tua voce, e prima della notte ti chiedevo cose stupide? E' perchè nel silenzio potevo amarla di più. Ho amato la tua pelle, perchè era abbronzata, fitta, elastica, precisa, senza macchie, senza nei. Sembrava finta. Ho amato il tuo naso, quella strana curva tra la punta e il centro degli occhi, non ho mai visto altri nasi così in tutta la mia vita. E sempre guardo, quando vado al market, alle poste, al ristorante, mi guardo sempre attorno ma mai nessuna e nessuno che abbia quella strana curva nel naso. Ho amato le dita dei tuoi piedi, tutte, eccetto quello stupido mignolino del piede sinistro, ma tu lo sai. Le unghie non le amavo. Amavo la tua intelligenza, la curiosità, la simpatia, la dolcezza, l'imprevedibilità, il tuo giudizio mai scontato, il tuo sguardo. Non avevi mai paura, mai. Di niente. A volte ti ossessionavi su sciocchezze, ma come tutti, e questo non lo amavo. Invece odiavo le tue stranezze. Incomprensibili-
 Accese una sigaretta, svogliatamente. Gli sembrava di non avere le forze nemmeno per aspirare il fumo, si sorprendeva di avercele anche solo per respirare. Si sedette accanto a lei in quella panchina, l'ultima prima dell'uscita dal parco. Guardava le punte degli alberi mentre disse: - Ma a te, a te non ti ho mai amata.



Racconto n. 2


Lui urlava forte, erano urli d'amore, o almeno era quello che lui credeva. Ma lei non li udiva, sentiva solo quello che le sembrava una specie di strano animale lontano che gracchiava. Sarà un gabbiano o il tacchino di qualche fattoria, pensava. Non ricevendo risposta lui urlava ancora più forte. Lei chiudeva la porta di casa ma continuava a sentire quel verso inquietante e sconosciuto. Girava per tutte le stanze della casa chiudendo le finestre e abbassando le serrande per non sentirlo. Lui continuava a gridare verso il nulla, raschiando la gola e frantumandosi la bocca e gli occhi per lo sforzo, poi si accorse che non amava più e allora stette zitto. Arrivò la notte, e poi arrivò la luna. Ella si sporse leggermente dalla finestra, suggestionata dal silenzio e dall'oscurità. Lui la intravide per pochi attimi, nella tenue luce di quella minuscola finestra che spezzava il buio a chilometri di distanza. Ma il suo amore in quei pochi attimi non rinacque. E non la rivide mai più.  




Racconto n. 3


Lei parlava, muoveva la bocca, le labbra, i denti. I denti suoi erano bianchi, l'interno della bocca rosso scuro. La lingua era piccola, tra il rosa e il violetto pallido. Il fiato leggero e tiepido. Lui la osservava con dolcezza negli occhi mentre lei parlava. le osservava i capelli, i riccioli, le parti lucide del cuoio capelluto che si aprivano tra una ciocca e l'altra. Poi lo sguardo si posava sulle gambe fini rifinite da una pelle liscia e abbronzata. Le unghie dei piedi erano tinte. Ancora sembrava che lei parlasse, ma non parlava più. Apriva e chiudeva la bocca, socchiudeva le labbra, muoveva la lingua tra i denti, ma non emetteva alcun suono. Non aveva voce, non c'erano più parole tra le sue labbra e adesso lui non sentiva più nemmeno il suo fiato dolce. Cercò i suoi occhi per dire quanto la amava ma al posto delle pupille trovò solo due rocce di vetro freddo. E anzichè amare pianse, e gli occhi di lei e la sua voce non riuscì più a ricordarli. 





Racconto n. 4


Ma le labbra di lei erano di ghiaccio, dure, azzurre, fredde e insensibili. Quelle di lui bollivano ed eruttavano come lava ed emettevano vapori incandescenti e zolforosi, perciò i due non potevano toccarsi, nemmeno sfiorarsi. Non potevano nemmeno pensarlo. Allora si incontravano solo per piangere, stringendo i pugni e tenendosi distanti, seduti tra l'erba che cresceva attorno all'ansa di un fiumiciattolo indifferente. Si guardavano tra gli occhi inondati di pianto, faticando a vedersi, i singhiozzi strozzavano le loro parole mentre le lacrime cadevano nell' acqua del fiume. 
Solo un filo di  corrente carezzava i loro piedi portandosi via un po' di dolore.







 

sabato 28 maggio 2022

Fede e fiducia.



La madonnina e le bottiglie. Carboncino e pastelli.



Fede o fiducia? Amore o sentimento? Emozione o passione? Razionalità o intelletto? Attitudine o stile? Bellezza o fascino?

E' bello farsi domande accostando due parole che racchiudono significati affini. Ieri a Zeddiani, durante la presentazione del nostro progetto del libro sul Cammino minerario di Santa Barbara, mentre parlavamo col pubblico a proposito del nostro lavoro artistico, è emerso che il mio compagno di viaggio ha "fede". E' una fede che nutre nel suo percorso di conoscenza ed esplorazione che porta avanti sul sito di Sardegnaabbandonata. Penso di comprendere che cosa intendesse dire ed esprimere ma tuttavia non mi trovo del tutto a mio agio con la parola "fede", e mentre lui la pronunciava, a me immediatamente veniva in mente la parola "Fiducia", e quando lui parlava della sua fede io pensavo alla fiducia e quale potesse essere la differenza fra le due, e se vi fosse una differenza. 



Il rubinetto in cortile. Acquerello.


Poichè si parla spesso di fede in accostamento al credo religioso, difficilmente mi viene in mente di utilizzarla quando penso a ciò che sorregge e nutre il mio percorso artistico e credo che questo sia motivato da qualità umane più "comprensibili" come la curiosità, il desiderio, il fascino e l'attrazione, l'introspezione. Qualità che sono a disposizione di tutti ma che bisogna allenarsi a mettere in connessione tra loro per farle fruttare e soddisfarle. Nel mio caso sono allenato a dipingere, a scrivere o a fotografare. Sono allenato ad andare in posti nuovi, sconosciuti, sono allenato a sostenere la tensione, l'ansia che può derivare dall'essere in una situazione ignota, in luogo isolato, poco frequentato o addirittura pericoloso, come ad esempio i luoghi abbandonati. 

Ma in cambio di questa tensione e di questa ansia, che magari impedisce a molti di soddisfare la propria curiosità e di metterla in moto, ricevo fascino, scopro bellezza e trovo significati. Significati che sgorgano dall'esperienza dei sensi, come per esempio, sempre per citare le parole del mio amico, quella di camminare per due ore a piedi nudi sulla battigia, con l'acqua di mare gelida, o l'esperienza di guadare un torrente di montagna con la paura di scivolare sulle pietre ricoperte di alghe e bagnarsi irrimediabilmente i vestiti o addirittura farsi del male. E' l'esperienza delle cose, anche apparentemente banali, che mette in moto i sensi, e questa forza umana cerca significato e valore trovando relazioni tra le cose anche apparentemente inutili ( e qui di nuovo devo citare il mio amico che ieri ha parlato di un libro di Werner Herzog che si intitola "La conquista dell'inutile", e che io non conoscevo). 

Perciò la differenza tra fede e fiducia, in questo caso è per me solo un pretesto per riflettere sulle passioni umane e su quelle forze misteriose che ci mettono uno di fronte all'altro, cercandosi e cercando quei valori che ci avvicinano e che ci mettono in comunione con gli altri. Valori che le parole non cristallizzano, ma esprimono. Valori in movimento, in cambiamento, in evoluzione come le fronde di un albero, come una foresta, come una montagna nella lentezza dei millenni, come una spiaggia tra una mareggiata e l'altra, come una palude nel corso degli anni, come una farfalla tra le ore del giorno, come una foglia tra la primavera e l'inverno, come un uovo perfetto e pulito ma destinato ad essere infranto dal pulcino. 



In cantina. Acquerello.


lunedì 21 febbraio 2022

In cammino nel Sulcis, fai una donazione per un libro lungo 500 Km.

Con Martino siamo arrivati alla sesta tappa. Il cammino è appena iniziato e già molto intenso, travolgente. Da Iglesias a Masùa e da Masùa fino a Montevecchio passando per Buggerru e Piscinas, attraversando coste rocciose, boschi e spiagge, alte e impervie colline, il mare ondoso e irrequieto come compagno di viaggio, contemplando la mitezza di paesaggi desertici inaspettati come quello di San Niccolò, o più famosi come quello di Piscinas. E sopra tutto le suggestioni delle rovine di archeologia industriale che si affermano sul paesaggio erodendolo e trasformandolo, in un gioco di usurpazioni reciproco tra natura ed artificio, un gioco senza vincitore  destinato a durare chi sa quanti anni ancora, portatore di memorie, racconti e suggestioni al confine tra mitologìa e dato storico. 


Miniera di Masùa.


Il Sulcis è quasi come un buco nero che ti attira e una volta che ci sei dentro è difficile uscirne. Cerchiamo di farlo raccontando le suggestioni, e ci dividiamo i compiti: Martino scrive impressioni, racconta del presente e del passato dei luoghi, io li disegno e dipingo, cercando di riportare un pezzo dell'atmosfera che emanano. Non è semplice. E' un'impresa lunga ma stimolante, e non so se sia più faticoso risalire lungo la costa dopo Masùa o cercare di esprimere le luci, i colori e le sensazioni che ci trasmettono i luoghi. Ma il confronto è illusorio, e quando lo stimolo e la volontà sono forti, la fatica è sempre superabile e si affronta con fiducia. 

Vogliamo realizzare un libro sul "Cammino Minerario di Santa Barbara", un cammino che si snoda in trenta tappe lungo tutto il Sulcis-Iglesiente trateggiando un percorso lungo 500 KM. 

Un libro a metà tra memorie di viaggio e reportage. Abbiamo già iniziato la stesura, e puoi leggere il racconto del primo tratto del percorso a questo link:

Sardegnaabbandonata, l'inizio del libro

Per camminare abbiamo bisogno della volontà e delle gambe, e quelle non ci mancano, ma ci sono dei costi che dovremo sostenere soltanto con il denaro. Puoi aiutarci con le spese di viaggio facendo una piccola donazione che, se appena superiore alle 50 euro, ti permetterà di avere in cambio una copia del libro. A questo Link trovi tutte le informazioni necessarie per fare una piccola donazione:

Donazioni 


Rovine di antiche miniere lungo la Costa di Nebida.


Purtroppo il lavoro su Cagliari deve aspettare. Dopotutto sò che è un lavoro che riprenderò nel tempo a fasi alterne, e probabilmente con intensità differenti, ma va bene così.

Proprio in questi giorni infatti sono al lavoro sui dipinti del Cammino, e ho portato a termine con grande soddisfazione due acquerelli che ritraggono una veduta del Canal Grande di Nebida uno, e l'imbocco della grotta naturale del Canale l'altro. Oggi voglio iniziare uno dei primi lavori in bianco e nero che ritraggono alcuni scorci di Buggerru e delle rovine archeoindustriali che rendono così caratteristico il paese. La laveria che si affaccia sul mare è immensa e molto deteriorata e non è semplice disegnarla per intero, ma tutto sommato, più che la sua grandezza a pormi dubbi sull'eventualità di riprodurla per intero  sono la quantità di suggestioni che sprigiona. Si potrebbe trarre una serie di lavori dalla laverìa semplicemente spostando il punto di visione e restringendo il soggetto su determinate zone della struttura creando una visione con più pannelli. 

Qui mi limito a pubblicare solo un paio dei lavori che ho realizzato sulla prima parte del cammino, da Iglesias a Masùa, e qualche foto scattata in cammino tra Masùa e Montevecchio. 

Per vedere tutti i disegni ed acquerelli vai sulla pagina dedicata sul sito di Sardagna Abbandonata, oppure aspetta con pazienza il libro. 

A presto.


Canal Grande di Nebida. Dettaglio da acquerello. 


Alcune foto scattate nel percorso tra Masùa e Montevecchio: